Tempo
- Stefania Ludovici
- 7 feb 2023
- Tempo di lettura: 4 min

“Erano invasati dalla paura di non aver tempo per tutto, e non sapevano che aver tempo significa precisamente non aver tempo per tutto”
Robert Musil
Durante il periodo di preparazione alle festività natalizie, sulla mia pagina Instagram (@mind_garden_it), insieme alla mia community, abbiamo fatto un percorso sul TEMPO.
Di ispirazione è stato Scrooge, il finanziere londinese, avaro, egoista e scorbutico del Canto di Natale di Dickens, che affronta il viaggio della sua esistenza, accompagnato dagli spiriti del Passato, del Presente e del Futuro. Abbiamo per diversi giorni riflettuto sul Tempo, pensando a come lo possiamo vivere e interrogandoci sul nostro personale modo di stare in queste tre dimensioni del tempo.
Questa è una sintesi dell’esplorazione fatta insieme.
Siamo partiti da una domanda:
VIVI NEL PASSATO, NEL PRESENTE O NEL FUTURO?
Il gruppo di riferimento si è distribuito in maniera eterogenea, anche se un gruppetto più numeroso dice di vivere soprattutto nel futuro.
Come influenzano passato, presente e futuro la nostra vita, determinandone le scelte?
PASSATO

Cosa significa vivere nel passato e cosa comporta?
Vivere nel passato è come camminare avanti con lo sguardo rivolto alla strada dietro di noi.
L’attenzione è rivolta ai passi compiuti, spesso ai rimpianti e ai rimorsi, a ciò che è stato e a ciò che non è stato…
Chi vive nel passato non riesce facilmente a staccarsi dagli eventi dolorosi: un lutto, un divorzio, un litigio…
Sono persone che rivivono continuamente quel momento e sono ferme a cinque, dieci, venti anni fa, mentre la vita è andata avanti.
Oppure sono persone ferme alle glorie del passato, alle vittorie precedenti. Anche in questo caso smettono di vivere il presente, attaccandosi ai ricordi dei successi ormai trascorsi. Vivere nel passato è come tentare di tenere in vita un mondo che non esiste più.
A questo proposito mi viene in mente una storia della tradizione ebraica:
Quando Dio decide di distruggere Sodoma, dà a Lot e alla sua famiglia la possibilità di salvarsi. Due angeli esortano Lot a partire subito, senza fermarsi nella pianura, ammonendolo a non voltarsi indietro per nessuna ragione. Ma la moglie di Lot nella fuga, disobbedisce. Si volta indietro per guardare la città e diventa una statua di sale.
Rimuginare sul passato ci blocca.
Il tempo oggettivo continua a scorrere, ma noi siamo fermi, proprio come statue di sale!
Perciò chi vive SOLO o TROPPO nel passato non riesce a godersi niente di ciò che sta accadendo ADESSO nella sua vita, perché il suo sguardo è altrove, e non riesce per lo stesso motivo neppure ad avere una visione per il futuro.
Un atteggiamento di questo tipo può portare a sviluppare stati depressivi o un generale senso di scoraggiamento, che ci fa desistere da qualsiasi tentativo di provare a cambiare ciò che non ci piace.
FUTURO

Cosa significa vivere nel futuro e quali sono i rischi?
Vivere nel futuro per me è come stare sempre con lo sguardo proiettato in avanti. Sempre alla ricerca della prossima meta da raggiungere.
Una specie di corsa senza sosta.
E si, è vero che siamo figli dei nostri tempi.
Sfortunatamente la nostra società ci educa ad avere continuamente gli occhi puntati sul futuro.
Ci insegna a porci degli obiettivi, sempre più ambiziosi, senza neppure il tempo di goderci i risultati, perché siamo già con lo sguardo al prossimo traguardo.
Sprofondati in quell’orizzonte inafferrabile, è davvero difficile essere pienamente presenti e goderci il momento.
In questo modo è come se il nostro mondo si rimpicciolisse.
È un po’ come essere in un tunnel che ci impedisce di vedere cosa c’è fuori, impegnati come siamo a guardare la luce che si staglia all’orizzonte. La nostra mente è sempre in un altro luogo, che sembra più importante e urgente del luogo che stiamo effettivamente abitando.
Questo ci porta a vivere profondamente disconnessi dalla realtà e finisce, ahimè, per causarci più problemi di quanti ne risolva.
Certo, è importante guardare al domani, fare progetti. Ma spesso questo si trasforma in un’ossessione che ci rende infelici, eternamente preoccupati e angosciati.
-E se faccio così e poi succede che…?
-Metti che scelgo di fare così e poi mi accorgo che invece…
Un atteggiamento di questo tipo può portare a sviluppare stati d’ansia e una generale inquietudine data dall’eccesso di volatilità.
C’è una illuminante frase di Michel de Montaigne che fa:
"Ci sono state molte cose terribili nella mia vita e la maggior parte non è mai accaduta."
PRESENTE

E infine c’è un luogo dove buona parte della sofferenza umana non esiste o si attenua di parecchio, e questo luogo è sempre disponibile.
Sto parlando del momento presente.
Vivere nel presente per me coincide con la capacità di radicarsi e di sentire i propri piedi ben piantati a terra.
Essere presente è riuscire ad immergersi completamente in ciò che si sta vivendo, senza correre il rischio di distrarci o di tuffarci prima del tempo in un’altra situazione.
Se sto scrivendo ad esempio, cerco di trarre dalla scrittura più soddisfazione possibile, di farlo buttandomici a capofitto, senza pensare a quanto sarà bello quando sarò arrivata alla fine, ma percependo il bello proprio nel processo.
Quando mi immergo nella dimensione presente, sperimento uno stato di grande benessere e soddisfazione. Quasi perdo la dimensione del tempo. Sono talmente concentrata su ciò che sta accadendo, che al tempo non ci penso più.
Eppure vivere il presente non è facile.
La società della performance ci costringe in un certo modo a scusare la nostra esistenza, mostrando i risultati che abbiamo raggiunto. Non valiamo per ciò che siamo, valiamo per ciò che otteniamo.
Per sfuggire a questa mentalità Alan Watts, celebre filosofo inglese, spiega che dobbiamo capire che “il significato della vita è semplicemente essere vivi. Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo solo l’ADESSO. Non viene da nessuna parte e non va da nessuna parte”, e ciò significa che per trarne vantaggio dobbiamo imparare a vivere il presente impregnandoci dell’esperienza attuale.
Con questo non voglio dire che l’atto di vivere “qui ed ora” risolve tutto. Vivere nel presente non è la soluzione per tutti i mali. Passato, Presente e Futuro sono tre dimensioni che faremmo bene a bilanciare.
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